un film che sente l’urgenza di raccontare, con intensità di narrazione e grande qualità d’immagini (…) Torna alla memoria il cinema del grande Folco Quilici con in più lo sguardo di un regista che vive in loco e che quindi non solo sa fondere finzione e realtà ma trova in quest’ultima l’occasione per lanciare un messaggio in una bottiglia che è universale (…)

Giancarlo Zappoli, mymovies.it

La sua anima è un desiderio che punta lontano: è una lenza lanciata oltre i confini dell’inquadratura, un uccello che non risponde al richiamo, un messaggio in una bottiglia che forse nessuno mai leggerà. (…) Straordinario è non volere che i sogni si avverino; è trovare la felicità nel sognarli, mentre si dorme, al riparo dal sole che, presto o tardi, ci riporta, dalla nostra personale follia, alla ragione di sempre, che è la stessa per tutti.

OGM, FilmTv.it

Un intenso film che narra l’emozionante viaggio di un padre e un figlio alla scoperta di se stessi e della natura incontaminata in uno dei più famosi paradisi terrestri marini, Banco Chinchorro.

Franco Brizzo, La Stampa TuttoGreen

ll regista Gonzàlez Rubio ha dovuto attendere 8 anni per vedere l’uscita italiana del suo lavoro, ma questo tempo non ha assolutamente inciso sulla forza e sulla veridicità della pellicola. Pregio della vicenda è di non affrontare il tema in maniera manichea, ma proponendo una vasta esplorazione della natura marina a testimonio indiretto di quello che il mondo rischia di perdere.

Paolo Quaglia, Note Verticali

Un’emozionante storia che profuma di paesi lontani e civiltà fuori dal nostro tempo, quella raccontata dal giovane regista messicano Pedro González-Rubio in “Alamar”, film dall’animo profondo, immerso in un’immenso oceano di meraviglie.  

Eco del Cinema

girato con mezzi leggeri, in video digitale, alamar rimanda alle origini del cinema, agli operatori di luce, che facevano spuntare le storie della vita quotidiana, a Robert Flaherty, che tesseva la finzione e il documentario dell’artico alla Polinesia. La trama drammatica del film…che accoglier la vita che passa sul mare, è invenzione, anche se Jorge e Natan Machado sono realmente padre e figlio. (…) eppure non è l’unica dimensione di questo piccolo grande film. Alamar riporta anche la fragilità della felicità familiare alla fragilità del mondo che la ospita. La barriera corallina messicana è minacciata… questo bellissimo film sarà in pochi anni quello che il nanook, di flaherty, è oggi allo stile di vita degli inuit del secolo scorso, la traccia di vite scomparse.

Thomas Sotinel, Le Monde

Alamar, del regista messicano Pedro Gonzalez-Rubio, sembra un sogno in barca baciato dal sole, fatto di emozioni vibranti, intense e ricche. E’ una storia semplice: una donna e un uomo – lei, Roberta, italiana, lui, Jorge Machado, una guida dello Yucatan – si incontrano, si innamorano e hanno un bambino. il bambino si chiama Natan. Ed entrambi lo adorano

Sukhdev Sandhu, The Telegraph

Pedro González-Rubio conduce lo spettatore in un viaggio di piacere attraverso il rituale senza tempo della pesca e della pulizia del pesce, e il naturale progredire dell’amore paterno nel corso di alcuni giorni.

Boston Globe, Loren King

Un’osservazione semplice e non sentimentale del legame tra padre e figlio, Alamar tocca le corde del cuore con gentilezza, con una storia per lo più silente che sta a cavallo tra finzione e documentario…Si dice così poco sugli aspetti della trama che siamo liberi di trarre le nostre conclusioni sul mondo che Natan abita…Alamar è uno sguardo semplice, privo di sentimentalismo, sul legame tra padre e figlio e un modo di vivere in via d’estinzione

Linda Barnard, Toronto Star

Elegantemente fotografato da González-Rubio, Alamar fa di ogni inquadratura una composizione.

New York Times, Stephen Holden